16/04/10

GIOCAMICO, IL DOTTOR NANZA E LA RISONANZA MAGNETICA

Un prelievo, un esame medico o un intervento chirurgico non sono tra le esperienze più esaltanti che si possano vivere. Questo è vero in particolar modo per i bambini, che non di rado vivono queste realtà con ansia e paura.
La cooperativa "Le Mani Parlanti" si occupa proprio di questo aspetto, tramite il progetto Giocamico. Il loro scopo non è curare, ma aiutare i bambini a ridurre lo stress e a controllare l'ansia per gli interventi chirurgici o gli esami diagnostici.
«Utilizziamo», spiega il presidente della cooperativa Corrado Vecchi, «tecniche ludiche, espressive e relazionali. Ci sono sette psicologi ed educatori che distraggono i bambini in attesa di interventi chirurgici o esami invasivi. E ci sono i volontari, circa 200, che sette giorni a settimana, sia di mattina che di pomeriggio, frequentano tutti i reparti in cui ci sono pazienti in età pediatrica. Giocano con loro per sfumare la distanza con la quotidianità di fuori.»
A titolo di esempio volevamo portarvi a conoscenza di un progetto nato nel 2007 all'Ospedale Maggiore di Parma. Si tratta del dottor Nanza e consiste in una risonanza magnetica con l'Ambient Experience, un progetto per personalizzare il macchinario con luci diffuse, suoni e figure rasserenanti.
Nella sala d'attesa, pitturata con immagini dei cartoni animati alle pareti, psicologi ed educatori ambientano la storia di un viaggio con una strana astronave.
I bambini ingannano l'attesa simulando l'avventura: aprono una scatola, ascoltano il nastro registrato con i rumori della vecchia astronave, indossano il casco, entrano in una tenda che somiglia alla risonanza magnetica e si allenano a sopportare l'esame vero e proprio, che potranno fare senza perdere il contatto con i genitori, che saranno presenti in sala.
Dopo che il dottor Nanza ha scattato le sue "fotogarfie", i bambini vengono premiati con un diploma di coraggio.
Fino ad oggi l’esperimento ha coinvolto 752 bambini e, statistiche alla mano, il 50% dei piccoli pazienti è riuscito ad evitare l'anestesia totale.

Fonte: La Repubblica

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