04/04/10

GODEGA E LA "FIERA DELL'ASINO"

Godega è un paesino di 6000 abitanti che però si trasforma in una città da 25-30mila in occasione della sua fiera.
Sole, asini e bambini, sono questi gli ingredienti di una domenica memorabile per questa cittadina del Trevigiano ai confini col Friuli Venezia-Giulia. È una fiera dedicata all’agricoltura e, col tempo, è diventata l’occasione per mostrare le macchine più moderne scovate da una tecnologia che ha permesso di trarre dalla terra e dall’allevamento il massimo possibile. Da un paio d’anni, però, si è verificato un ritorno all’antico e, grazie anche all’associazione Asinomondo, si sta riscoprendo l’importanza di un animale talmente trascurato e negletto da rischiare l’estinzione.
Ne hanno portati qui 150, di tutte le razze. Sì, perché anche gli asini sono di razza, mica solo i cavalli. Ci sono gli asini ragusani, sardi, di Pantelleria, di Martina Franca e l’elenco diventa lungo se si mette il naso fuori dall’Italia.
Già, ma a cosa servono gli asini nel terzo millennio?
Chiedetelo a quei bambini che si stanno divertendo un mondo a scorrazzare per la fiera con quegli asinelli «docili, pazienti, intelligenti, coraggiosi, empatici, affettivi». Bastano questi aggettivi usati da «La città degli asini», centro sperimentale di formazione e ricerca sulle attività e terapie assistite con questi animali, per descrivere le prospettive di impiego per il futuro?
No, non bastano. Esistono infatti almeno altri tre concreti percorsi di sviluppo: onoterapia, trekking e latte d’asina.
Sul primo punto «La città degli asini» ha organizzato un convegno dal titolo serioso, «L’asino come co-terapeuta nelle terapie e attività assistite», ma dal significato semplice: qualche patologia può essere curata, o alleviata, con questa particolare branca della pet-therapy, l’onoterapia, appunto.
Massimo Montanari, poi, guida ambientale che ha fatto della sua passione per il trekking un business ecologico e redditizio, dice: «Noi organizziamo escursioni di quattro-cinque giorni. I nostri clienti sono i bambini. I genitori li lasciamo a casa. Carichiamo tutto il necessario in groppa all’asino e via per monti e boschi. In quei giorni, ve lo assicuro, i bimbi tornano bimbi: magari si lavano poco e rotolano nel fango, ma dimenticano telefonini, videogiochi e anche i genitori. Sempre a fianco degli amici asini».
Quanto al latte d’asina, business che può rendere sia in campo alimentare (visto che le particolari qualità del prodotto lo rendono molto simile al latte umano) sia in campo cosmetico, si stanno facendo passi da gigante. Il punto è che la quantità è quella che è, così alla fine il latte d’asina costa 15 euro al litro, peraltro ben spesi.
E così Godega, che aveva introdotto la fiera regalando agli alunni del paese la possibilità di andare a scuola a fianco di un asino carico delle cartelle sempre più pesanti, adesso è diventata una sorta di città-manifesto dei diritti e dei doveri dell’asino.

Fonte: Il Giornale

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