23/03/10

LE CASE DI PAGLIA DI PESCOMAGGIORE

Siamo a Pescomaggiore, un borgo a 12 chilometri da L’Aquila e a mille metri sul livello del mare. Dopo il terremoto di aprile 2009 i suoi abitanti si sarebbero dovuti spostare a Camarda, 9 chilometri più a valle, in uno dei nuovi villaggi previsti dal piano di ricostruzione del Governo. Eppure gli abitanti non se ne sono voluti andare. Hanno preferito patire il disagio ma rimanere nella loro città.
Trovatisi di fronte al problema della ricostruzione, è partita una proposta da un team di architetti capeggiato da Paolo Robazza e Fabrizio Savini.
La proposta? Semplice: erigere le case con balle di paglia rettangolari.
«Al di là di quello che si possa pensare», spiegano i due architetti, «la paglia è un materiale ottimo per la costruzione: solido, capace di non disperdere il calore e isolare dai rumori. E soprattutto economico ed ecologico.»
Il progetto si chiama Eva (ovvero Eco villaggio autocostruito), e ha trovato un ottimo riscontro a Pescomaggiore, dove già si era vagliata l’ipotesi di costruire utilizzando i cosiddetti materiali poveri.
E dopo 133 giorni dal terremoto, un paio di mesi di progettazione e le assemblee per definire i particolari, il 20 agosto il cantiere si è aperto. A 160 metri dal vecchio borgo, su terreni dati in concessione da due abitanti, sono stati prima costruiti i basamenti di cemento e poi innalzati i pali in legno, lo scheletro delle abitazioni.
Al termine dei lavori le case saranno sette e ospiteranno 22 persone.
Il piano Eva si completa con i panelli fotovoltaici per la produzione di energia elettrica e un impianto di fitodepurazione per il trattamento delle acque di scarico.
In tutto finora sono stati spesi 70mila euro, provenienti da donazioni e dall’autofinanziamento dei residenti.
Mentre il piano varato dal Governo costa 2700 euro al metro quadro, il progetto Eva ha permesso di spenderne solo 500.

Fonte: www.terre.it

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