03/10/10

ÀLICE, IL PAESE RIPOPOLATO DA INTERNET

Dieci anni fa erano 620 e oggi sono diventati 713. Sono gli abitanti di Àlice, una piccola comunità montana in provincia di Torino a 650 m sul livello del mare, di quelle che nell’arco dei decenni tendono a spopolarsi e infine sparire. Eppure in questo caso la tendenza si è ribaltata, e pare proprio che l’aumento demografico sia merito della Rete. «Il vero miracolo», dice il vicesindaco, «lo ha fatto Internet. Da quando abbiamo convinto la Telecom a portare qui l'Adsl, diverse famiglie di professionisti hanno scelto di prendere la residenza.»
In realtà questo piccolo miracolo demografico deve molto a un’intera politica – per così dire – del rimpatrio, della quale l'Adsl è solo l'ultima (anche se forse fondamentale) tappa.
Racconta il vicesindaco: «Abbiamo preteso che il paese avesse una farmacia e un gruppo di protezione civile pronto a intervenire senza dover attendere che salissero i vigili del fuoco da Ivrea. Abbiamo raggiunto il 70% di raccolta differenziata e abbiamo scelto, quando si poteva scegliere, di non aumentare l'Ici ma di tassare i redditi Irpef. Con quella piccola addizionale abbiamo pagato servizi, come il micronido, che invogliano le persone a rimanere e prendere la residenza. La scelta decisiva», conclude poi, «è stata quella di portare Internet.»
Protagonisti di questo esodo verso la montagna sono persone come Paolo, 34 anni, gestore di una trattoria di paese; oppure Marco, 33 anni, cuoco della stessa trattoria; o Andrea, 40 anni, di professione grafico. Tutti con le rispettive famiglie.
«Il vero segreto», spiega Marco, «è quello di organizzare serate e occasioni culturali. Altrimenti è chiaro che finisci per ammazzarti di grigliate e feste di paese. Occasioni divertenti, per carità, ma non puoi andare avanti in quel modo tutto l'anno. Anche se», aggiunge ancora, «qualcuno della mia età è tornato a vivere da queste parti soprattutto per le cose che non ci sono: non c'è la discoteca, non ci sono i cinema. Diciamo, sei più tranquillo. E se proprio vuoi andare nel mondo prendi la macchina a scendi a valle.»

Fonte: La Repubblica (6 agosto 2010)

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