24/05/11

BIOETANOLO DALLA CANNA SELVATICA. SUCCEDE IN ITALIA.

L'Italia ha buone speranze di guidare lo sparuto gruppo di paesi capaci di produrre bioetanolo sufficiente da aggiungerlo fino al 10% alla benzina verde, come richiedono le norme comunitarie in materia di ambiente. Finalmente un'azienda piemontese - la Mossi e Ghisolfi, leader nella produzione di bottiglie di plastica - è in procinto di erigere il primo stabilimento italiano per la produzione di bioetanolo di seconda generazione.
Dopo anni di ricerche e un investimento di 120 milioni di euro, si è in grado di produrre su scala industriale un biocarburante che rimarrebbe competitivo con il petrolio anche se il prezzo dovesse scendere all'impossibile cifra di 40 dollari al barile.
Gli stabilimenti si trovano a Fano e lavorano l'arundo donax, nient'altro che la canna comune che cresce nei fossi di tutto il Centronord del nostro paese. L'idea è di piantare questo vegetale nei terreni non coltivati e usarla per produrre bioetanolo. La canna dolce ha diversi vantaggi: cresce rigogliosa praticamente allo stato brado, senza bisogno di intervento umano, si pianta per rizoma (interrando pezzi di radice), ha una vita vegetativa superiore ai 10 anni e non è un alimento umano (non sostituirà nemmeno le piantagioni di prodotti commestibili). Ma soprattutto il suo contenuto zuccherino è doppio rispetto a quello del mais e del grano. Quindi, a parità di peso della materia prima, si produce carburante in quantità almeno doppia.
Questa semi-autarchia energetica servirà all'Italia, oltre che per ridurre le emissioni di CO2, anche per ridurre la nostra dipendenza dalle fonti fossili.
Per finire, come elemento di scarto della lavorazione si produce della lignina, utilizzabile per alimentare tutto il processo di lavorazione dell'arundo donax (una caso più unico che raro di lavorazione a impatto zero).
Il prossimo passo di Mossi e Ghisolfi? La fabbricazione in serie di bottiglie con plastica di origine vegetale. L'annuncio per il bioetanolo invece è atteso per il 2014.

Fonte: Libero

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