Si chiama "Scuola di formazione Elis" e sorge a Casal Bruciato, nella capitale. E’ stata fondata negli anni Sessanta ed oggi si occupa dell’istruzione di una particolare categoria di ragazzi, i “teenager border line”, cioè i ragazzi con situazioni familiari difficili alle spalle. Spesso questi ragazzi, infatti, provengono da una famiglia sfasciata, magari con il padre in galera e la madre che deve tirare avanti da sola. E spesso si tratta di adolescenti molto difficili da trattare, che hanno difficoltà con la scuola e che in molti casi hanno vissuto esperienze di violenza o di criminalità.
Il centro Elis cerca personalmente questi ragazzi visitando le classi di terza media e propone loro sei possibili specializzazioni: meccanica, oreficeria, elettrotecnica, elettronica, orologeria o un impiego come elettricista. I corsi sono sovvenzionati dallo Stato attraverso la Regione e i tirocini sono effettuati in aziende come Enel, Trenitalia, Italcementi, Bulgari, Sky o Telecom.
Ovviamente, essendo ragazzi che hanno in genere un certo risentimento verso la scuola, i 50 docenti e volontari che collaborano al progetto hanno dovuto sviluppare un nuovo metodo di insegnamento, che è stato chiamato “didattica creativa”. Un esempio di didattica creativa può essere lo studio della storia con i soldatini, oppure lo studio dell’inglese attraverso i cori da stadio degli hooligans. E, nonostante lo scetticismo di alcuni, pare che la dispersione scolastica sia di sette punti inferiore alla media nazionale, che ammonta al 22% (contro il 15% del centro Elis).
Recentemente, inoltre, il direttore del centro, Pierluigi Bartolomei, ha raccolto le storie di alcuni di questi ragazzi in un libro intitolato “I ragazzi di via Sandri”, che è acquistabile in libreria.
Fonte: L’Espresso
13/06/08
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