22/03/09

AGRICOLTURA URBANA

Partiamo da Londra. Lì il progetto si chiama Capital Growth e ruota intorno a un numero: 2012, che indica l'anno in cui Londra ospiterà i prossimi Giochi olimpici, ma anche il numero di orti urbani che entro quella data Boris Johnson, il sindaco, metterà a disposizione dei suoi concittadini in aggiunta a quelli già esistenti.
Questi orti urbani saranno ritagliati negli spazi condominiali, nei parchi pubblici, nei cortili e sui tetti di scuole e uffici, oltre che nelle poche aree abbandonate sfuggite allo sviluppo edilizio.
Il terreno dei nuovi appezzamenti verrà analizzato a spese dell'amministrazione municipale e se necessario bonificato, mentre per gli aspiranti cittadini-contadini saranno organizzati corsi nei quali si insegneranno diverse tecniche di coltivazione a basso impatto ambientale.
In realtà Londra segue l'esempio di Vancouver, dove si è deciso di accogliere le prossime Olimpiadi invernali con 2010 nuovi orti, nonostante già il 14% delle famiglie coltiva frutta e verdura in giardino.
Ma abbiamo anche New York, dove nell'ambito di progetti analoghi questi orti spuntano sempre più numerosi a Brooklyn, nel Queens, nel Bronx, sui tetti e sulle terrazze di edifici pubblici di Manhattan.
Oppure la Civic Center Plaza di San Francisco, dove nella primavera del 2008 è stato piantato un orto di 5 mila metri quadrati che, prima di essere smantellato alla fine dell'autunno, è riuscito a produrre mezza tonnellata di verdure.
Mentre nel Grant Park, il più grande parco pubblico di Chicago (quello che nella notte del 4 novembre ha ospitato la festa per la vittoria elettorale di Barack Obama, per intenderci), l'associazione Growing Power ha tolto da un'aiola viole e petunie per sostituirle con 150 varietà di ortaggi che vengono piantati ogni anno e al momento opportuno raccolti e venduti ai ristoranti o nei mercati della zona.
A Milwakee, invece, lungo la strada principale della città, funziona a pieno ritmo una microfattoria metropolitana, dove sono presenti verdure coltivate biologicamente, recinti popolati da anatre e polli, alveari per le api, vasche per i pesci, stagni per il riutilizzo delle acque grigie e scarti organici tramutati in terriccio reso ancora più fertile da un esercito di lombrichi.
Londra, Vancouver, New York, San Francisco, Chicago, Milwakee, sono solo alcuni dei centri urbani in cui questi orti di città sono aumentati di numero, diventando un modello di ecologia e proponendosi come precursori di un fenomeno che gli esperti sperano si diffonderà nel futuro: quello dell'agricoltura urbana, una pratica che fa coincidere il luogo in cui si coltiva o si alleva con quello del consumo, azzerando così i costi economici ed energetici legati al trasporto del cibo dalla campagna alla città, o da una nazione all’altra.

Fonte: espresso.repubblica.it

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