23/03/10

EDILIZIA ACROBATICA

Come lui, nessun'altro vede così da vicino monumenti ed edifici storici. Ci sale addirittura sopra e arriva là dove nessuno osa. E non per svago: Enrico Jovane, 46 anni, è un muratore acrobata. Dalla facciata della Basilica di San Pietro alla Torre di Pisa, il suo mestiere è quello di scalare edifici con corde e imbracatura per restaurarli. Le impalcature non possono arrivare ovunque e quando si tratta di lavori parziali (rifare le grondaie, aggiustare i cornicioni, sistemare qualche guglia o pennone) sono anche troppo costose.
Enrico è capace di sfidare pareti da 7° grado con la cazzuola in mano. «L’edilizia acrobatica permette di intervenire con velocità, versatilità e a qualsiasi altezza», spiega con un certo orgoglio.
Ma come si fa a diventare muratori acrobati? Enrico è prima di tutto una guida alpina. Nato a Roma, la passione per la montagna l’ha portato poco più che ventenne a trasferirsi a Courmayeur, tra le Alpi della Valle d’Aosta. «Ho scalato anche il Monte Bianco», racconta. «E ogni tanto mi chiamavano per fare lavori edili su case e chiese».
Nel 1996 decide di far diventare quei lavoretti occasionali una professione e fonda la Aeredile. «E così sono ritornato a Roma perché è la città con più monumenti e mi offre più opportunità di lavoro».
Le sue nuove cime sono diventate il Colosseo, la facciata di San Pietro, Palazzo Madama, Montecitorio, il Quirinale, l’Altare della Patria, solo per citare le più note. Fuori Roma, si è arrampicato, fra gli altri, sul tetto dell’abbazia di Montecassino per impermeabilizzare la croce e sulla facciata del palazzo Ducale di Urbino. «Il monumento più difficile è la cupola di San Ivo alla Sapienza. Devo usare anche una scala di 9 metri». Un mestiere in cui non si può sbagliare. «Per noi la sicurezza è tutto, non possiamo permetterci una distrazione. In questo settore comunque si registrano pochissimi casi di infortunio, al contrario di quel che accade nell’edilizia convenzionale». Ma è più bello arrivare in cima al monte Bianco o al Cupolone? Enrico ci pensa un po’: «Non si possono fare confronti, ogni vetta ha il suo fascino».

Fonte: Terre di Mezzo

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