04/06/10

IL NUOVO STILE DI VITA DEL "FAI DA TE"

Quella che ad alcuni sembrava iniziata solo come una moda dal sapore un po’ vintage, si svela oggi come una cultura emergente e sempre più diffusa.
“Do it yourself!” la chiamano gli anglofoni, ovvero “Fai da te!”
I dati confermano questa tendenza: l’esplosione del fenomeno degli orti urbani, la vendita dei prodotti per il bricolage, le vacanze fai da te, e… anche lo shopping.
Lo svela una recente indagine condotta a livello europeo da eBay (la maggiore comunità mondiale di compravendita on line), che ha registrato negli ultimi anni incrementi a due cifre delle vendite generali su Internet. Un paio di esempi? +70% delle vendite di prodotti d’erboristeria in tutta Europa e crescita delle transazioni legate agli articoli per la riparazione di scarpe (con un +97% in Inghilterra) e ai lacci per scarpe (+80% in Germania).
Stessa tendenza anche tra gli utenti bancari. Da una recente indagine che l’Associazione Banche Italiane ha realizzato con Eurisko emerge che – sebbene ancora prevalga il numero di clienti che preferiscono un rapporto faccia a faccia - cresce il numero di coloro, soprattutto giovani, che gestiscono le proprie operazioni via Internet, bancomat o telefono cellulare.
Per quanto riguarda il nostro paese una crescita rilevante si registra nel fenomeno del co-housing (abitazioni private con annessi ampi spazi comuni), nella ristrutturazione partecipata della propria casa o nell’autocostruzione di pannelli solari e mini impianti eolici.
E anche Internet fa la sua parte. Su YouTube, infatti, spopolano veri e propri "tutorial" dove si può imparare di tutto: da come fare il nodo alla cravatta, a come si preparano piatti tipici pugliesi, dalla potatura di alberi da frutta, ai segreti per farsi da sé l’orlo dei pantaloni, eccetera.
Ma veniamo all’alimentazione: quasi un italiano su cinque, secondo dati Coldiretti, fa la pausa pranzo sul lavoro portandosi il cibo da casa. Le ragioni? Risparmiare tempo e denaro e garantirsi un’alimentazione di qualità o comunque direttamente controllata.
E poi oggi in casa ci si fa il pane, lo yogurt, i liquori, le marmellate, i sottaceti, e c’è addirittura chi si spinge un tantino più in là e cerca l’avventura del formaggio fai da te.
Tutti questi esempi convergono a confermare il fenomeno e mostrano come esso faccia leva su quattro direttrici: l’autoproduzione, la riparazione, il riciclo creativo e il risparmio.
In qualche modo si potrebbe parlare di una riscoperta di quella saggia abitudine dei nostri nonni di prepararsi e ripararsi le cose, ma anche di non sprecare. Che è una cosa che fa bene a tutti: a noi, agli altri e all’ambiente.

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