20/12/10

UN "CUORE DI MAGLIA" PER SCALDARE I CORPICINI DEI BIBMI PREMATURI

«Tutto nasce attorno al tavolino di un bar», ci dice Laura Nani Bertetti, mamma e manager con una carriera quasi ventennale nel mondo del marketing. «Eravamo solo cinque amiche che si ritrovavano insieme un pomeriggio al mese a fare la maglia, come succede nella tradizione americana dei knit cafè.» Tanto per sfatare il luogo comune che lavorare ai ferri sia una questione di sole nonne, Laura e le sue amiche si davano da fare sferruzzando abiti e sciarpe per amici e parenti, ma a un certo punto si accorsero che potevano fare qualcosa di più.
«Abbiamo pensato ai bambini prematuri», spiega la manager, «per i quali in commercio non esistono linee di vestiti; un amico pubblicitario ha realizzato per noi un logo e un blog e così, con la collaborazione di Cristiana Brenna, ingegnere di Torino conosciuta durante un knit cafè, abbiamo dato vita all'associazione Cuore di maglia.»
Nata appena due anni fa ad Alessandria, grazie al tam-tam sul web oggi l'associazione conta gruppi a Milano e Torino, oltre a un centinaio di altre volontarie armate di ferri e gomitoli, pronte a mettersi all'opera in tutta Italia per scaldare i corpicini dei neonati prematuri. «Le prime consegne le abbiamo affidate al reparto di Terapia intensiva neonatale dell'ospedale pediatrico di Alessandria», dice Laura. Ma ben presto lo sguardo dell'associazione si è allargato a un ventaglio di bisogni ben più ampio. «Abbiamo iniziato a dedicarci anche ad altri bambini», prosegue Bertetti: «neonati abbandonati alla nascita, ricoverati per malattia, in dialisi, malati oncologici, oppure ragazzi che vivono in casa famiglia o che soffrono di patologie come l'anoressia, o ancora chi ha dovuto affrontare tragedie come quella del terremoto abruzzese. Abbiamo anche allargato la nostra produzione a creazioni più ludiche, come collane, zainetti, porta cellulari e marionette per le dita.»
Lo scorso giugno si sono ritrovate in un agriturismo di Murisengo, sulle colline del Monferrato, per il primo Cuore di maglia Camp. Un'occasione in cui Laura, Cristiana e le compagne di ferri hanno discusso delle attività dell'associazione e, manco a dirlo, si sono messe al lavoro. «Eravamo una cinquantina di assatanate! In due giorni abbiamo prodotto un sacco di materiale, destinato a Betlemme, in Palestina: 53 kit composti da coperte e cappellini per bambini fino a un anno di età, fatti arrivare di nascosto grazie a una suora di Milano.» Fino a metà ottobre non hanno saputo se la "consegna clandestina" fosse avvenuta: «Li abbiamo infilati nelle valigie di un gruppo di pellegrini diretti in Terra santa perché arrivassero al Caritas baby Hospital, un ospedale pediatrico che non fa distinzioni etniche», spiega Cristiana Brenna. «E' sempre dura inviare aiuti in Israele, ma il 14 ottobre abbiamo ricevuto le fotografie da Betlemme: missione compiuta.»
Quest'anno le associate si sono autotassate di 10 euro per fare fronte alle necessità dell'associazione che, tra l'altro, ha pubblicato due libri con gli schemi per creare cappellini e coperte. Fondamentali i materiali da utilizzare: fibra di latte, microfibra e lana merinos, bandito l'acrilico. Finora i ferri delle volontarie hanno prodotto 500 coperte consegnate nei reparti di terapia intensiva neonatale di Torino, Cuneo, Pavia, Milano (all'ospedale Sacco, dove c'è il più alto tasso di abbandoni in Italia), Napoli, Bologna e altre città.

Fonte: www.terre.it

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