Presidente Roth, come nasce l'idea di una Città della Salute?
Quattro anni fa la Regione Lombardia ha dato l'input: mettere assieme un polo d'eccellenza, sia nel campo della cura sia in quello della ricerca.
Qual'è l'obiettivo?
Allineare queste eccellenze. Partendo da quelle attuali, che devono essere condivise, fino a raggiungere il massimo livello con l'intera struttura. In parole povere, riunire i tre grandi ospedali milanesi (Besta, Istituto dei Tumori e Sacco) in un'unica struttura, ottenendo qualcosa di più che la semplice somma delle parti.
Filosoficamente è un'idea mastodontica... Sarà così anche "fisicamente"?
Conterà 220mila metri quadri di superficie per cure e ricerca e 1.400 posti letto, un centinaio in più rispetto alla somma dei tre ospedali che saranno riuniti nel progetto.
Cos'avrà di diverso la Città della Salute rispetto agli ospedali che conosciamo oggi?
Tutto, a partire dall'approccio. Oggi un ospedale punta alla cura della patologia, che è ovviamente un aspetto centrale anche per la Città della Salute, ma noi vogliamo andare oltre.
...Cioè?
Il paziente non ha solo la malattia. Ha una serie di affetti, esigenze collaterali e necessità. Anche di questo occorre prendersi cura.
A quando il taglio del nastro inaugurale?
Per l'avvia del cantiere abbiamo fissato il 2012. Puntiamo a essere operativi per il 2015, l'anno di Expo: una data simbolica e di ampio valore per la città di Milano.
Fonte: Libero
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