16/10/11

IL NUOVO LESSICO SOCIALE POSITIVO DEGLI ITALIANI

L’Osservatorio Demos-Coop ha svolto nell’estate 2011 un’indagine sul lessico degli italiani, rappresentando poi su una mappa grafica le parole proposte in relazione a quali reazioni suscitano nell’animo dell’italiano medio.
Le parole sottoposte a giudizio – una trentina – sono state quelle tra le più usate nella comunicazione mediatica, quelle quindi che incidono di più nel linguaggio sociale di oggi.
Agli intervistati si rivolgevano due domande:
1. quale sentimento suscitassero le parole proposte;
2. quale prospettiva potessero avere tali parole nel futuro.
Il grafico è consultabile in formato PDF su questo link ed è diviso in quattro quadranti. Tra questi quadranti (e a cavallo delle linee di confine) sono sparse le trenta parole. L’asse orizzontale riporta il sentimento positivo-negativo suscitato dai vocaboli: verso sinistra quelle malviste e a destra quelle positive; l’asse verticale indica l’attualità che queste parole rivestono oggigiorno: verso il basso le parole che meritano di appartenere al passato, più in alto le parole che si vogliono per il futuro.
A guardare il grafico non sono però i quadranti a fare le differenze. Possiamo dire infatti che la distribuzione delle parole segue un andamento perfettamente diagonale, che dal quadrante in alto a destra (quello di massima positività) passa per il centro e giunge in basso a sinistra (il quadrante dell’impopolarità e dell’anacronismo).
Osservando i vocaboli otteniamo in ogni caso quattro ampie aree:
1. In alto a destra troviamo le parole positive e con una prospettiva futura, quelle parole che sembrano offrire ancora un significato e una valida attuabilità. (Internet, energia pulita, solidarietà, merito, giovani, unità nazionale, partecipazione, decrescita, testamento biologico, Napolitano.)
2. All’estremo opposto abbiamo le parole di cui gli italiani sono stufi, parole senza prospettiva che evocano l’idea di declino e di sentimenti negativi. (Partiti, veline, Padania, Berlusconi.)
3. In mezzo a questi due poli troviamo altre due aree. La prima è quella delle parole impopolari, collocate sempre nel quadrante della negatività ma molto più vicine al centro. Si tratta di vocaboli generalmente sgradevoli ed evitati. (Stato, apparire, matrimonio gay, individualismo, federalismo.)
4. L’ultima regione è quella perfettamente centrale, collocata all’incrocio dei confini dei quadranti. Qui si concentra il maggior numero di parole, quelle dai significati più ambigui e spesso interpretati in modo ambivalente. (Crescita, concorrenza, quote rosa, globalizzazione, leader forte, imprenditori privato, televisione, immigrazione, pubblico, furbizia, chiesa, indignazione, missioni militari.)
Se si volesse ricavare un senso da questo grafico, potremmo dire che permangono dei forti dissensi nei confronti di vecchie istituzioni politiche e sociali; che per una buona metà l’italiano medio è ancora confuso sul valore e il significato di certi fenomeni/atteggiamenti/istituzioni; ma che la sua maturità e la coscienza sociale sembra essere aumentata negli ultimi anni (le parole positive, infatti, appartengono per la maggior parte all’ultimo decennio o poco più – e alcune recano l’impronta esplicita del centenario dell’Unità d’Italia).
È in particolare l’ultimo punto, a mio parere il più significativo e molto positivo, quello che volevo condividere con voi.

Fonte: www.demos.it

Nessun commento: