15/12/11

IN SUDAFRICA LA NEBBIA DIVENTA ACQUA POTABILE

Siamo in Sudafrica, a Makuleni, nel nordest del paese, una zona molto umida e nebbiosa ai piedi di un massiccio roccioso. Qui, nel cortile della Tshiavha Primary School, è stata installata una rete alta circa tre metri che trattiene le goccioline finissime che compongono la nebbia, le quali poi si fondono tra loro formando gocce d’acqua potabile.
Realizzata nel 2007 con l’aiuto dell’Università di Pretoria, la rete – ha un nome, si chiama fog net, “rete della nebbia” – non contiene alcun dispositivo elettronico e richiede pochissima manutenzione. Il funzionamento è elementare ma efficacissimo: le gocce trattenute dalle maglie della rete si raccolgono, defluiscono lungo una grondaia e si accumulano in una cisterna. Si tratta di una tecnica di raccolta di acqua potabile comune in molte regioni montuose del pianeta (Perù e Nepal, ad esempio), ma pochissimo praticata in Sudafrica.
La nebbia intrappolata dalla fog net rende la scuola autosufficiente in quanto può produrre fino a 2.500 litri d’acqua potabile al giorno, che superano ampiamente il suo fabbisogno idrico.
«I bambini amano bere quest’acqua perché dicono che ha un buon sapore. È acqua pulita, potabile e priva di prodotti chimici», ha dichiarato Lutanyani Malumedzha, preside della scuola. «Grazie a questa rete, hanno imparato ad apprezzare l’acqua e a trattarla come un bene prezioso. Nessuna goccia va sprecata e una parte dell’acqua della cisterna serve per innaffiare l’orto, che rifornisce la mensa scolastica.»
Per di più la fog net ha migliorato notevolmente la salute dei bambini. A Tshiavha, come in molte zone rurali del Sudafrica, l’acqua corrente è molto rara e gli abitanti sono costretti a bere la stessa acqua che beve il bestiame, cioè quella di pozzanghera.
«I bambini», continua Malumedzha, «nei mesi più caldi e secchi dell’anno avevano l’abitudine di portare a scuola la loro bottiglia piena d’acqua. Ma quell’acqua era stata raccolta in pozze fangose e potenzialmente pericolose. La gente qui è troppo povera e le famiglie non possono permettersi di comprarla.»
La realizzazione della rete, invece, ha consentito l’accesso all’acqua potabile agli scolari e ha migliorato il loro benessere: a Tshiavha dal 2007 a oggi malattie come la dissenteria, la febbre tifoidea e il colera sono drasticamente diminuite.

Fonte: www.buonenotizie.it

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