13/03/12

I VALORI IN CUI CREDIAMO SONO PIÙ FORTI DEI CONCETTI DI VANTAGGIO E TORNACONTO

I valori in cui crediamo profondamente non hanno prezzo e non possono essere messi in vendita. Sembra ovvio, ma quello che è stato dimostrato è la natura fisiologica di questo fenomeno; vale a dire che la nostra mente elabora questi concetti in un'area specifica e nettamente separata da quella in cui valutiamo costi e benefici delle cose più profane, sulle quali siamo disposti a contrattare.
Lo dimostra uno studio dell'Università statunitense Emory (Atlanta), pubblicato su Philosophical Transactions of the Royal Society.
Il test che ha portato a queste conferme è il seguente: a una trentina di volontari sono state sottoposte 62 coppie di affermazioni contrastanti fra loro, alcune più banali (come “Tu sei/non sei un consumatore di tè”) e altre più forti (come “Tu sei favorevole/contrario ai matrimoni gay”); la richiesta era di scegliere di volta in volta l’affermazione che si percepiva come propria; alla fine dell’esperimento, i volontari potevano decidere se mettere in vendita le affermazioni che avevano scelto, rinnegandole in cambio di denaro.
Analizzando l'attività del cervello grazie alla risonanza magnetica cerebrale, i ricercatori hanno potuto osservare che i valori che riteniamo sacri accendono un circuito neuronale che serve a valutare ciò che è giusto e sbagliato e un altro che serve a recuperare le regole semantiche, ma non quello che valuta il rapporto costi/benefici e che è associato alla ricompensa.
L'attività della regione cerebrale associata ai valori irrinunciabili è risultata più intensa nelle persone che fanno parte di gruppi organizzati, come i fedeli di una chiesa o i componenti di gruppi sportivi e musicali… forse perché le regole e le norme sociali che esistono nel gruppo aiutano a instillare valori in modo più profondo. Inoltre, nei volontari che rifiutavano di dare un prezzo ai propri valori si è potuta osservare l’attivazione dell’amigdala, il centro di controllo dell’emotività, fatto che sottolinea lo scatenarsi di reazioni come l’offesa e l’indignazione.
La nostra anima, insomma, non è in vendita.

Fonte: larepubblica.it

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